Echi di un discorso sacro: Pitagora nella trascrizione di Ovidio. Rifrazioni ovidiane

Nel XV libro delle Metamorfosi, Ovidio ricrea il ‘Discorso sacro’ di Pitagora, raccogliendo l’eco di una parola non scritta così come era stata recepita da quanti, nel corso dei secoli, si erano richiamati a lui e alla sua dottrina.

Il discorso si svolge essenzialmente attorno a due argomenti: il dogma dell’astinenza dalle carni e l’universale metacosmesi come proiezione-specchio e riflessione teorica della dottrina dell’anima, dottrina che, a sua volta, nell’approdo ai significati della metempsicosi spiega e assorbe l’imperativo del precedente dogma.

Continua a leggere

Lascia un commento

Archiviato in Uncategorized

Lucciole come stelle: il cuore delle parole

A cosa serve studiare il latino ? Detto così, sensu lato, la domanda coinvolge la conoscenza della cultura latina in toto. E quindi si apre lo scenario dei secoli, dei grandi autori latini che hanno nutrito nel tempo il pensiero e l’immaginario dei popoli europei. Miti, storia, coordinate dell’etica e della metafisica atteggiamenti dell’anima che sono il nostro passato, che sono la nostra memoria, il magma del nostro presente.

Continua a leggere

Lascia un commento

Archiviato in Uncategorized

A proposito della cultura umanistica

Anche solo a nominarla si sbaglia! Tanto se ne sono perse le tracce. Ma l’occasione mediatica ci permette di riparlarne dopo che essa è stata avvilita nel contesto sociale, emarginata nei programmi scolastici, rimossa dalla sua funzione specifica di formare l’ ‘uomo’ : è questa educazione della mente che viene ignorata da parvenus che impasticciano nel definire e indicare l’institutio della scuola.

Continua a leggere

Lascia un commento

Archiviato in Uncategorized

Leopardi: i compagni di strada nella scrittura dell’Infinito – Studium 111 (2015)

Cliccare qui per visualizzare l’articolo: studium leopardi

Lascia un commento

Archiviato in Uncategorized

L’utile del Latino: il pensiero e la sua scrittura

Cliccare qui per visualizzare l’articolo: L’utile del latino: il pensiero e la sua scrittura

Lascia un commento

Archiviato in Uncategorized

Eredità classica: esempi di una lampadoforia

Cliccare qui per visualizzare l’articolo: Eredità classica: esempi di una lampadoforia

Lascia un commento

Archiviato in Uncategorized

Tibullo: elegia campestre e politica agraria

Cliccare qui per visualizzare l’articoloAndreoni Tibullo

Lascia un commento

Archiviato in Uncategorized

La Grande Dea ovvero i volti della Natura (Una lettura di Seneca, Plinio e Lucrezio)

Cliccare qui per visualizzare l’articolo: La Grande Dea

Lascia un commento

Archiviato in Uncategorized

Sul filo della memoria: il misticismo di Pitagora in Lucrezio e Thomas Gray in onore di Epicuro e Locke

Cliccare qui per visualizzare l’articolo: Pitagora Lucrezio

Lascia un commento

Archiviato in Uncategorized

La traduzione impossibile: il testo poetico

La poesia è nei suoni, nelle cadenze che soffondono eco, negli enunciati che hanno abbandonato le frasi, nel subbuglio dei vocaboli fuori linea, la poesia è nell’alone ambiguo che circonda i confini della parola, nell’opacità dei referenti. La poesia svapora tra le lettere dei vocaboli, lungo le immagini ritagliate, oltre la logica dei collegamenti, nei presupposti, nei rinvii. Tutto questo avviene dentro una lingua, nel cotesto che si è assembrato, e in un contesto culturale specifico, anche se, per quanto riguarda il contesto culturale, essa esplode spontaneamente fuori dello spazio temporale ché i concetti – si sa – sono trasferibili mentre a soffrire è proprio la sua specificità, cioè quel cotesto linguistico di cui è emanazione inafferrabile, e solo poco riproducibile, nella copia di qualsiasi traduzione.

Tradurre perciò la poesia sembra volersi dichiarare sconfitti in partenza[1]. Ma proviamo a distinguere tra quanto siamo comunque in grado di ‘ridare’ e quanto va perso ma che tuttavia può essere ‘compreso’ anche a livello di lingua. L’intraducibilità della poesia può essere controllata, anche se rimane sempre nel traduttore che traduce gli ‘immortali’, alla fine della traduzione, un certo senso di insoddisfazione, come una stella cometa la cui luminosità ci ha invaso ed è passata oltre e non abbiamo avuto modo di trattenere.

Continua a leggere

Lascia un commento

Archiviato in Uncategorized

L’ambiguo segno dei ‘campi arati’ e il mito dell’età dell’oro

1 Alle origini della storia: Lucrezio

1.1  Le fasi

Nel V libro del de rerum natura Lucrezio ricostruisce le fasi della storia dell’umanità. Nella sua ricostruzione , coerentemente con la dottrina materialista professata, non è previsto alcun intervento della divinità.

Le fasi che si succedono possono essere analizzate come segue. La fase  dell’origine ( o stato primordiale, detto anche stato di natura), che ha inizio  allorché la natura ha già fissato le specie( foedere naturae certo,v.924).L’uomo allora era più  forte fisicamente rispetto a come è attualmente, il suo corpo era anche più resistente al caldo, al freddo,al cibo vario ingerito, ai malanni. Gli uomini vivevano a mo’ degli animali, errando. Mangiavano quello che la terra offriva ‘spontaneamente’, ghiande e corbezzoli,  dato che l’aratro era ancora sconosciuto.

Continua a leggere

Lascia un commento

aprile 15, 2012 · 4:08 PM